Approvata la nuova legge regionale sull’Edilizia residenziale pubblica
Approvata la nuova legge regionale sull’Edilizia residenziale pubblica
Venezia, 26 ottobre 2017– Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato il Progetto di Legge “Norme in materia di Edilizia Residenziale Pubblica”,
“E’ una riforma qualificante di questa legislatura, che arriva a distanza di oltre vent’anni dalle regole attualmente in vigore. – ha detto Manuela Lanzarin, assessore regionale all’edilizia pubblica – La riforma è una svolta epocale: finalmente il diritto alla casa verrà assicurato a chi ha più bisogno”
La riforma, come ha riassunto l’assessore, cambia la ‘governance’ delle Ater, affidandola ad un comitato di gestione composto da tre membri; interviene sui criteri di assegnazione dando priorità a chi abita in Veneto da almeno cinque anni (anche non continuativi), e prevedendo di riservare un certo numero di alloggi per le finalità sociali dei Comuni (10%), per le forze dell’ordine (10 %), per i giovani under 35 (8%), le nuove coppie (8%) e le famiglie monoparentali con figli minori (8%), ai nuclei con disabili e alle donne vittime di violenza. Introduce inoltre contratti di affitto a termine (cinque anni, rinnovabili), la verifica dell’effettiva situazione economica degli assegnatori (soglia massima di Isee per l’Erp è 20 mila euro) e il canone di locazione ‘sopportabile’, parametrato cioè alle possibilità economiche degli assegnatari ma anche ai costi di gestione e manutenzione sostenuti dall’Azienda pubblica. Il canone minimo sale, pertanto, a 40 euro al mese.
“Le novità introdotte – ha continuato l’assessore – valorizzeranno la vera funzione sociale del patrimonio pubblico, incentiveranno la mobilità di quegli inquilini che migliorano la propria situazione economica e sosterranno la riqualificazione degli alloggi pubblici”.
“Regole – ha sottolineato l’assessore – che dovranno mettere la parola ‘fine’ al fenomeno della morosità: attualmente un inquilino su tre non paga il canone, nonostante si tratti di importi poco più che simbolici, con indici di morosità che in alcune province del Veneto sfiorano il 50 % degli affittuari. La riforma impegnerà Ater e comuni a sostenere le fasce più deboli, ma non offrirà più alibi a quanti hanno trasformato un diritto sociale in un privilegio acquisito a vita”.
“Abbiamo voluto introdurre principi e regole di equità – conclude l’assessore – per tutelare i più deboli e garantire la sostenibilità del sistema complessivo. Ricordiamoci che nel 2016, su un totale di 36.890 alloggi pubblici (di cui 33.366 di proprietà Ater), quasi 11 mila assegnatari non hanno pagato il canone, per un valore complessivo di 13 milioni di mancati introiti per le Ater imputabili alla morosità. Nel contempo le domande in lista di attesa sono oltre 16 mila e solo il 5 per cento degli aventi diritto è riuscito ad ottenere l’assegnazione di una casa Ater. Continuare a favorire chi occupa un alloggio pubblico nonostante sia nelle condizioni di pagarsi un affitto a libero mercato è una ingiustizia sociale che danneggia l’intera collettività”. (AVN)